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LE STRAGI DEL SABATO SERA

 

È purtroppo diventata una dolorosa consuetudine leggere sui quotidiani, specie quelli a diffusione locale, la tragica notizia di un’ennesima giovane vita stroncata in un incidente automobilistico.

Le vittime designate sono per lo più giovani, spesso di sesso maschile, sulla strada di ritorno da una nottata trascorsa in discoteca o in qualsiasi altro locale, quasi sempre in compagnia di amici.

La notte del sabato è l'intervallo temporale in cui, più di frequente, si verificano gli incidenti.
Si tratta, difatti, della serata canonicamente consacrata dai giovani, liberi da impegni di lavoro o di studio, al divertimento.

Sebbene, nella migliore delle ipotesi, le vittime di queste sciagure riescano a sopravvivere, può accadere che subiscano conseguenti lesioni fisiche talmente gravi che i relativi postumi possono comportare deficit cognitivi e motori notevoli, al punto di impedire loro di condurre un'esistenza autonoma e soddisfacente.

Ecco allora che tragiche conseguenze possano sconvolgere oltre che la vittima stessa anche intere famiglie il cui equilibrio esistenziale viene messo, naturalmente a dura prova; la vittima di un grave incidente stradale dovrà infatti accusare anzitutto il dolore fisico di dover subire sofferenze corporee e psicologiche indicibili, l’umiliazione di dover necessitare di bisogni assistenziali che richiedono la presenza costante di una persona 24 ore su 24, la sofferenza morale di veder sfumare inesorabilmente i propri progetti esistenziali, per il resto della vita………
Tutto come conseguenza dell'errore di un attimo.
Si sono predisposte, negli ultimi anni, molte misure finalizzate a contenere tale fenomeno, molti deterrenti finalizzati a scongiurare lo sconsiderato uso ed abuso di alcolici e/o droghe e a limitare la velocità nella guida dei veicoli; incentivi ad una sana promozione del divertimento privo di trasgressioni illecite (….). Ciononostante, i risultati agognati non sempre sono stati incoraggianti.
L’impressione che emerge, tuttavia, è che molte delle misure proposte ( limiti di velocità, chiusura anticipata dei locali, patente a punti, etc….), siano di per sé ragionevoli e che non si possa far altro che proseguire con tenacia in questa direzione, magari adottando qualche nuova norma, se occorre, ancor più restrittiva ma, al tempo stesso, costruttiva poiché proiettata alla cultura della prevenzione. E’giusto trasmettere il valore della prevenzione, perché solo prevenendo con la giusta educazione tali sciagure, si può tentare di proteggere l’incolumità dei nostri simili e, nel contempo, di proteggere noi stessi.
Per tali motivi, è quanto meno doveroso cercare di eliminare radicalmente le cause che portano a questi dolorosi eventi. E un valido aiuto, in tale direzione, dovrebbe essere offerto anche dallo Stato: si potrebbe forse cominciare col progettare e costruire strade più sicure; non è raro vedere in Italia il manto stradale ridotto in condizioni pietose, con grosse buche, prive di segnaletica adeguata o di protezioni in prossimità di canali e precipizi.

Ed ancora, le stesse case automobilistiche potrebbero venire in soccorso progettando e costruendo veicoli provvisti di tutti quei dispositivi di scurezza (air-bag, sistemi di frenatura ABS, computer di bordo, ecc.), che la moderna tecnologia mette a disposizione.

Infine, e non da ultimo, l'educazione stradale: tale disciplina andrebbe insegnata in maniera più intensiva, partendo già dalla scuola dell'obbligo o anche prima se possibile, compatibilmente con le capacità di apprendimento dei bambini.
Nella consapevolezza, comunque, che si tratta pur sempre di soluzioni utili, ma parziali.

Sarebbe utile, prima di ogni altra cosa, lavorare le sulle ragioni di ordine psicologico, sociale e culturale di ogni utente della strada per intuirne la natura umana e le motivazioni che spingono a ripudiare così tanto la vita non provare il desiderio naturale di proteggerla e di tutelarne l’integrità.
La nostra è un’epoca frenetica che vive nel miraggio della velocità, dell'efficienza, della competizione e del consumo sfrenato ed inconsulto. Le stesse industrie automobilistiche lo hanno capito e proprio per questo, nel tentativo sconsiderato di incoraggiare questi falsi miti, costruiscono vetture sempre più potenti, sempre più veloci, creazioni che tentano di imporre sul mercato con le lusinghe di una martellante campagna pubblicitaria spesso caratterizzata da slogan urlanti, seducenti ed aggressivi.
Il possesso di un veicolo di cilindrata potente e veloce è vissuto come sinonimo di successo, simbolo di integrazione, fregio di conquista sessuale.
Scavando in profondità, sembra quasi che molti ragazzi siano mossi da una sconcertante pulsione di morte, da un disperante bisogno autodistruttivo. La cultura in cui sono immersi è non a caso proiettata più sull’AVERE e sull’APPARIRE che sull’ESSERE; è produttiva di alienazione, vuota di significato, crea un bieco disorientamento.

La famiglia e le altre istituzioni tradizionali, valori portanti della natura umana, oggi sono in piena crisi. Il mondo del lavoro, con le sue crude regole di mercato, con le conseguenze della crisi economica, con la pericolosa cultura del clientelismo che uccide inesorabilmente la meritocrazia (ormai, sembrerebbe, mero miraggio riservato a “poche anime elette”) non pare sia in grado di offrire ai giovani gli sbocchi occupazionali desiderati.
I legami sociali si allentano, la comunicazione, anche all'interno del gruppo, appare scialba e pericolosamente superficiale; e tutto questo, malgrado il diffondersi di nuove opportunità e il dilagare di nuove tecnologie quali l'e-mail e il telefonino (…); i giovani appaiono sempre più tristi e più soli.

Per questo molti ragazzi cercano lo stordimento per vincere le angosce o il vuoto interiore: l'alcool, le droghe, la musica ad alto volume.
Non a caso, dai rilievi successivi agli incidenti più gravi, emerge inesorabilmente che in chi era alla guida, spesso aveva abusato di sostanze tossiche.
E’ chiaro, tuttavia, che non si può e non si deve generalizzare, tanto meno, lasciarsi andare ad un facile moralismo, le situazioni vanno valutate caso per caso ed ogni tragico incidente, nonostante le statistiche, nonostante gli studi e tutto il resto, è un caso a se stante.
Il nostro consiglio è quello di vivere la movida con spensieratezza….vivere la notte in tutta la sua bellezza senza però esagerare, agendo sempre con moderazione.
Basterebbe fermarsi un attimo a pensare prima di agire in maniera sconsiderata….e ricordare sempre che, la riflessione di un solo attimo, può valere il resto della nostra vita.





 

 

 

 

 

 


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